
«La sopravvivenza dell’umanità dipende dalla capacità dell’uomo di risolvere i problemi dell’ingiustizia razziale, della povertà e della guerra»
C’è stato il solito clamore ingiustificato per la decisione dell’Irlanda di etichettare i prodotti alcolici con messaggi sui rischi per la salute causati dal consumo di alcol.
Primo: nessuno sta pensando di imporre quelle etichette.
Secondo: il vino è alcol. E fa male, anche se ci piace.
Ecco come lo spiega Silvia Soligon, giornalista scientifica e biologa nutrizionista.
«La questione non riguarda solo il vino, ma gli alcolici in generale: tutti contengono etanolo e tutti portano con loro rischi per la salute, indipendentemente dalla loro qualità dal prezzo.
Il consumo di alcol è associato a numerose malattie non trasmissibili: problemi cardiaci, ictus,malattie epatiche anche il cancro.
Basta concentrarsi su quest’ultimo per scoprire che un consumo sicuro non esiste, tanto che nelle Linee guida per una sana alimentazione del Centro di Ricerca Alimenti Nutrizione, che dovrebbero essere il nostro punto di riferimento in campo alimentare, non si parla mai di consumo moderato o di consumo consapevole.
Quella che si dovrebbe seguire è la linea del meno è meglio e al massimo bere alcolici solo per puro piacere, consapevoli che non sono mai stati identificati livelli di consumo abbastanza bassi da non comportare nessun pericolo per la salute».
«La sopravvivenza dell’umanità dipende dalla capacità dell’uomo di risolvere i problemi dell’ingiustizia razziale, della povertà e della guerra»
Storia di una domanda che sembra di stretta attualità oggi, ma che in realtà ci si pone da anni e che da anni ha la stessa risposta.
Gli “accordi di pace” che si spartiscono il Medio Oriente hanno radici lontane, come l’accordo di Sykes – Picot, del 1916, che conteneva già tutto quello che sarebbe successo nei 110 anni successivi.
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