Il panafricanismo europeo
Il corteo dei congolesi, tanto chiassosi quanto felici, una volta arrivato sotto il balcone dell’Hotel ha iniziato a scandire con chiarezza uno slogan in lingua francese:
«Luc Michel assassin, Luc Michel assassin!»
I 450 anni di colonialismo europeo in Africa sono il punto di raccordo più recente della storia comune afro-europea. Una storia che unisce quasi due miliardi di persone, che ancora oggi polarizza l’opinione pubblica in entrambi i continenti e che è pressoché ignorata dai programmi scolastici della maggior parte delle nazioni che hanno questa storia […]
I 450 anni di colonialismo europeo in Africa sono il punto di raccordo più recente della storia comune afro-europea. Una storia che unisce quasi due miliardi di persone, che ancora oggi polarizza l’opinione pubblica in entrambi i continenti e che è pressoché ignorata dai programmi scolastici della maggior parte delle nazioni che hanno questa storia in comune.
Ancora oggi il tema del colonialismo rappresenta dolore e rabbia per molti africani e, allo stesso tempo, permea nel profondo la cultura europea, dalle tradizioni natalizie al dibattito pubblico sui rapporti euro-africani.
Lasciare che un tema storico sia di proprietà della politica è un errore che impedisce ad entrambi i continenti di costruire un sentimento comune, e condiviso, sui 450 anni di schiavitù. La serie Colonialismo, Una Storia Comune vuole problematizzare e avviare una discussione nuova sul tema, tanto dimenticato e sottovalutato in Europa quanto bruciante e doloroso in Africa.
Il corteo dei congolesi, tanto chiassosi quanto felici, una volta arrivato sotto il balcone dell’Hotel ha iniziato a scandire con chiarezza uno slogan in lingua francese:
«Luc Michel assassin, Luc Michel assassin!»
Negli anni Venti del XX Secolo la stilista francese Coco Chanel mostrò per prima e con grande disinvoltura, una carnagione dorata risultato di settimane di tintarella estiva in Costa Smeralda. L’occasione era un evento di moda nel settembre parigino e le donne francesi, come è facile immaginare, iniziarono a emularla.
«Ciao sono Simon Roche. Rappresento i bianchi del Sudafrica, ai quali è stato detto di aspettarsi un genocidio contro di loro».
L’Olanda, oltre a un passato schiavista africano, ne ha uno caraibico molto importante nella cultura olandese moderna, un impero coloniale tutto di riflesso all’Africa occidentale: gli schiavi del Suriname (indipendente dal 1975) e delle Antille olandesi (indipendenti dal 2010) erano tutti di origine africana.
Ne La Pelle di Curzio Malaparte, mentre il protagonista si immerge quasi nuotando nella dolorosa e intollerante depravazione di una Napoli appena uscita dalla guerra, le sue parole diventano uno specchio sempre più fedele a quello che Napoli era ieri. A quello che Napoli è oggi. A quello che, sempre oggi, siamo diventati tutti.
«Ricorderanno che siamo stati venduti ma non che siamo stati forti. Ricorderanno che siamo stati comprati ma non che siamo stati coraggiosi»