
Storia di una domanda che sembra di stretta attualità oggi, ma che in realtà ci si pone da anni e che da anni ha la stessa risposta.
Secondo questo studio di Swissaid, un’organizzazione che si concentra sugli aiuti e sulla difesa dello sviluppo, un totale di 435 tonnellate di oro estratto da minatori informali in una dozzina di Paesi africani, per un valore di oltre 30 miliardi di dollari, sono state contrabbandate fuori dall’Africa nell’intero anno 2022.
La destinazione principale dell’oro di contrabbando? Gli Emirati Arabi Uniti, con Dubai che è l’hub internazionale per il commercio dell’oro africano, che poi prende la via di altri Paesi, anche europei.
L’oro di contrabbando arriva negli Emirati via aerea, sia con voli di linea stipato nei bagagli in stiva, che a bordo di voli privati: sono 12 i Paesi africani dai quali proviene l’oro di contrabbando. Ma il lavoro di Swissaid sfata anzitutto il mito dell’”estrazione artigianale su piccola scala” dell’oro, che in realtà è una vera e propria industria informale su vasta scala, coinvolge milioni di persone e produce volumi di oro pari o addirittura maggiori dell’estrazione industriale legale: Swissaid stima che l’estrazione dell’oro artigianale e su piccola scala nei paesi africani abbia prodotto tra le 443 e le 596 tonnellate di oro nel 2022. In confronto, le miniere industriali africane hanno prodotto circa 500 tonnellate di oro nello stesso periodo.
Storia di una domanda che sembra di stretta attualità oggi, ma che in realtà ci si pone da anni e che da anni ha la stessa risposta.
Gli “accordi di pace” che si spartiscono il Medio Oriente hanno radici lontane, come l’accordo di Sykes – Picot, del 1916, che conteneva già tutto quello che sarebbe successo nei 110 anni successivi.
Fu uno dei primi, su mandato dell’ONU, a cercare una mediazione di pace tra Israele e Palestina. Fu ucciso in un agguato a Gerusalemme nel 1948.
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