
Storia di una domanda che sembra di stretta attualità oggi, ma che in realtà ci si pone da anni e che da anni ha la stessa risposta.
Le autorità del comune di Issaguen, nella provincia di Al Hoceïma in Marocco, hanno deciso di mobilitare quasi 45 milioni di dirham (4,15 milioni di euro circa) per la costruzione di una Zona economica dedicata alla lavorazione della cannabis.
Issaguen, più nota come Ketama, si trova nel centro-nord del Paese, nella catena montuosa del Rif, e tradizionalmente i suoi abitanti, di etnia perlopiù berbera, vivono di agricoltura, silvicoltura e pastorizia, specializzati in particolare nella produzione della cannabis.
L’attuazione del progetto di Issaguen è stata affidata all’Agenzia regionale per l’esecuzione dei progetti (AREP), che fa capo alla regione Tangeri-Tétouan-Al Hoceïma, sotto la supervisione del Consiglio provinciale di Al Hoceïma.
L’obiettivo dell’iniziativa è “sviluppare una zona di attività economica su una superficie di dieci ettari, che sarà dedicata ad attività promettenti legate alla lavorazione e valorizzazione della cannabis, per produrre prodotti destinati ad usi medici, cosmetici e industriali” secondo quanto riporta il quotidiano Le Matin. Sarebbe già stato firmato un accordo multilaterale tra il Consiglio della regione Tangeri-Tétouan-Al Hoceïma, che mobiliterà 20 milioni di dirham (1,84 milioni di euro circa), il Consiglio provinciale di Al Hoceïma, 10 milioni di dirham (920.000 euro circa), e il ministero dell’Agricoltura, della pesca marittima, delle attività rurali sviluppo, acqua e foreste, il ministero dell’Industria e del commercio e l’Agenzia nazionale per la regolamentazione delle attività legate alla cannabis (ANRAC), che prevedono di rilasciare ciascuno 5 milioni di dirham (460.000 euro circa).
L’ANRAC, alla fine di novembre scorso, aveva già rilasciato 430 autorizzazioni agli agricoltori per le loro attività di coltivazione e produzione di cannabis, su una superficie di 277 ettari, a favore di 32 cooperative di produttori di cannabis e 416 agricoltori”. Dal canto suo, l’AREP ha rilasciato 179 autorizzazioni per attività di trattamento, di cui 47 a fine industriale, 7 per scopi medici, 51 per la commercializzazione, 54 destinata all’esportazione, 17 per fini di commercializzazione e importazione di sementi e 3 per fini di trasporto.
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