
Gli outsider sono fondamentali per le grandi innovazioni scientifiche, ma l’attuale sistema rende sempre più difficile il loro contributo.
Dopo gli scontri tra la polizia e i manifestanti di lunedì 22 settembre a Milano, tutta una parte del mondo dei media — diciamo quella mainstream, da Repubblica a Panorama, dalla Stampa ai telegiornali, fino addirittura ad Avvenire — hanno raccontato una storia molto diversa da quella che hanno visto tutte le persone che alla manifestazione c’erano, una storia che ha come filo rosso una parola chiave, peraltro di forte impronta razzista, che è “maranza”.
Se la parola è relativamente nuova, il frame e la strategia retorica del discorso non lo è affatto e ricalca perfettamente un’altra retorica quella della pista anarchica, che salta fuori ogni volta che serve qualcuno da incolpare per distrarre l’opinione pubblica dai temi e per oscurare la portata e la potenza di una manifestazione o di un movimento. Ora, quello stesso frame che per due secoli ha visto come capro espiatorio gli anarchici sta indicando come minaccia i cosiddetti maranza.
È una dinamica inquietante e pericolosa, come lo era la pista anarchica. È pericolosa perché è sostanzialmente falsa ma è diffusa su tutti o quasi i giornali mainstream con parole chiave che ritornano identiche. È inquietante perché quelle aprole chiave che ritornano identiche potrebbero provenire da un dossier riservato che, secondo quanto racconta Fanpage, proviene da Fratelli d’Italia.
L’unico modo di rendere inefficace questa retorica è sapere che esiste. Per questo oggi ti proponiamo un articolo scritto in questi giorni da Milin Bonomi e pubblicato su Effimera. Si intitola La pista maranza e lo puoi leggere qui.
Se poi vuoi approfondire l’argomento, puoi leggere la serie di Mario Di Vito che abbiamo pubblicato su Slow News e che si chiama Gli anarchici van via. La puoi leggere qui.
Foto di mia swerbs su Unsplash


Gli outsider sono fondamentali per le grandi innovazioni scientifiche, ma l’attuale sistema rende sempre più difficile il loro contributo.

La cosa che resta di oggi è un documento redatto nel novembre dell’anno scorso, proprio durante la COP29 a Baku, su iniziativa di a EconomiaCircolare.com, A Sud e Fondazione Openpolis. Si tratta di un report intitolato CLEAN THE COP! Fuori i grandi inquinatori dalle Conferenze sul clima che è legato a una campagna permanente per […]

Una delle cose che restano più dure e necessarie che abbiamo scelto in questa rubrica: non solo vale la pena di essere visto, ma ha bisogno di ognuno di noi per diffondersi

Un podcast settimanale per approfondire una cosa alla volta, con il tempo che ci vuole e senza data di scadenza.

È dedicata all’ADHD e alle neurodivergenze. Nasce dall’esperienza personale di Anna Castiglioni, esce ogni venerdì e ci trovi articoli, studi, approfondimenti, consigli pratici di esperte e esperti.

La cura Alberto Puliafito, è dedicata al giornalismo e alla comunicazione, esce ogni sabato e ci trovi analisi dei media, bandi, premi, formazione, corsi, offerte di lavoro selezionate, risorse e tanti strumenti.

La newsletter della domenica di Slow News. Contiene consigli di lettura, visione e ascolto che parlano dell’attualità ma che durano nel tempo.