La pista maranza is the new la pista anarchica

Slow News. Il primo progetto italiano di slow journalism.

Dopo gli scontri tra la polizia e i manifestanti di lunedì 22 settembre a Milano, tutta una parte del mondo dei media — diciamo quella mainstream, da Repubblica a Panorama, dalla Stampa ai telegiornali, fino addirittura ad Avvenire — hanno raccontato una storia molto diversa da quella che hanno visto tutte le persone che alla manifestazione c’erano, una storia che ha come filo rosso una parola chiave, peraltro di forte impronta razzista, che è “maranza”.

Se la parola è relativamente nuova, il frame e la strategia retorica del discorso non lo è affatto e ricalca perfettamente un’altra retorica quella della pista anarchica, che salta fuori ogni volta che serve qualcuno da incolpare per distrarre l’opinione pubblica dai temi e per oscurare la portata e la potenza di una manifestazione o di un movimento. Ora, quello stesso frame che per due secoli ha visto come capro espiatorio gli anarchici sta indicando come minaccia i cosiddetti maranza.

È una dinamica inquietante e pericolosa, come lo era la pista anarchica. È pericolosa perché è sostanzialmente falsa ma è diffusa su tutti o quasi i giornali mainstream con parole chiave che ritornano identiche. È inquietante perché quelle aprole chiave che ritornano identiche potrebbero provenire da un dossier riservato che, secondo quanto racconta Fanpage, proviene da Fratelli d’Italia.

L’unico modo di rendere inefficace questa retorica è sapere che esiste. Per questo oggi ti proponiamo un articolo scritto in questi giorni da Milin Bonomi e pubblicato su Effimera. Si intitola La pista maranza e lo puoi leggere qui.

Se poi vuoi approfondire l’argomento, puoi leggere la serie di Mario Di Vito che abbiamo pubblicato su Slow News e che si chiama Gli anarchici van via. La puoi leggere qui.

Foto di mia swerbs su Unsplash

Articolo
Articolo
un mese fa

News Flow

Ultimo aggiornamento 3 giorni fa
  • Articolo
    Articolo
    3 giorni fa
    Atlante degli incidenti ciclistici

    Sui giornali si parla di vittime della strada in due occasioni: quando la storia è abbastanza raccapricciante da “fare notizia” o quando riguarda un personaggio famoso. Oggi, per esempio, se ne parla perché la vittima è un anziano che percorreva una pista ciclabile su una carrozzina elettrica e l’investitore è il secondo portiere dell’Inter. Ma […]

  • Documento
    Documento
    4 giorni fa
    L’empatia dipende dai punti di vista

    La cosa che resta di oggi è un racconto che si intitola Genesi e Catastrofe. L’ha scritto Roald Dahl, uno dei più grandi scrittori del Novecento, sebbene negli ultimi anni sia stato un po’ messo da parte, ed è stato pubblicato per la prima volta su Playboy nel dicembre del 1959. È la storia di […]

  • Documento
    Documento
    5 giorni fa
    Un formidabile gioco di specchi

    La cosa che resta di oggi è una pagina di un libro appena uscito in libreria e di cui si sta parlando moltissimo a causa dell’hype che si è creato, da ormai una decina d’anni, sul suo autore. Il libro si chiama Sull’eguaglianza di tutte le cose, l’autore è il fisico Carlo Rovelli, l’editore è […]

Leggi tutte le cose che restano