La cosa che resta che scegliamo oggi viene da lontano, ha più di un secolo, è un testo scritto da Rosa Luxemburg nel 1906, si intitola Sciopero generale, partito e sindacato e parla di qualcosa di molto, molto, molto vicino a noi e che qui a Slow News abbiamo molto a cuore, ovvero la necessità della convergenza dei movimenti in una unica campagna.
Scegliamo questo articolo perché domani è stato indetto uno sciopero generale, ovvero uno sciopero che riguarda tutte le categorie di lavoratori, sia dei settori privati che di quelli pubblici, ma che è stato indetto soltanto da una parte dei sindacati. E Rosa Luxemburg, 120 anni fa, parlava proprio di questo: della burocratizzazione dei sindacati, che sembrano più interessati a rafforzare se stessi che a portare avanti una lotta congiunta, che è poi l’unica caratteristica che potrebbe assicurare dei risultati.
Secondo lei, quando ci sono grandi movimenti di protesta, le persone lottano contemporaneamente sia per migliorare le proprie condizioni di lavoro (individuali o di categoria) sia per cambiare la situazione politica (che riguarda tutti).
Il problema che Rosa Luxemburg già vede nel 1906, è che nei sindacati si è formata una burocrazia che pensa soprattutto a far crescere la propria organizzazione, dimenticando gli obiettivi più grandi. Questi dirigenti, secondo Luxemburg, vedono i sindacati come un fine in sé e non come uno strumento della lotta più ampia contro il capitalismo.
Alla fine, nota, succede sempre una cosa strana: la base è unita, mentre i vertici sembrano divisi. Eppure, non serve un accordo “dall’alto” tra dirigenti bisogna solo riconoscere che la lotta è una sola, e che la forza dei movimenti sta nella unità delle persone che li formano, non certo nelle lotte di potere di chi le dirige.
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