
Gli outsider sono fondamentali per le grandi innovazioni scientifiche, ma l’attuale sistema rende sempre più difficile il loro contributo.
La cosa che resta di oggi è una cosa tutto sommato “leggera”, anche se si tratta di venti minuti abbondanti di colpi pesantissimi, giocati il 5 luglio del 1980 tra due icone della storia del tennis sul Centre Court di Wimbledon.
Da una parte c’era Bjorn Borg, 24 anni, svedese, glaciale e impeccabile, dall’altra John McEnroe, 21 anni, americano, sfacciato e con un servizio un po’ strano. Era il tie-break del quarto set della finale, durò trentaquattro punti, ventidue minuti e nella storia dello sport viene ricordato come il tie-break del secolo.
Oggi scegliamo questa come cosa che resta perché in questi giorni, guardando le Finals di Torino, sembrerebbe per molti versi un altro sport rispetto a quello che giocavano questi due, e rivedersi un po’ di giocate di 45 anni fa fa ancora più impressione.


Gli outsider sono fondamentali per le grandi innovazioni scientifiche, ma l’attuale sistema rende sempre più difficile il loro contributo.

La cosa che resta di oggi è un documento redatto nel novembre dell’anno scorso, proprio durante la COP29 a Baku, su iniziativa di a EconomiaCircolare.com, A Sud e Fondazione Openpolis. Si tratta di un report intitolato CLEAN THE COP! Fuori i grandi inquinatori dalle Conferenze sul clima che è legato a una campagna permanente per […]

Una delle cose che restano più dure e necessarie che abbiamo scelto in questa rubrica: non solo vale la pena di essere visto, ma ha bisogno di ognuno di noi per diffondersi

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