
Storia di una domanda che sembra di stretta attualità oggi, ma che in realtà ci si pone da anni e che da anni ha la stessa risposta.
C’è questa polemica in atto per il divieto di usare il telefono a scuola. È davvero poco centrata, per due motivi. Primo: è ovvio che se usi una qualsiasi cosa per distrarti a lezione stai facendo altro e ciò non va fatto (il telefono, farsi una tisana, giocare a burraco, leggere un saggio di Feyerabend mentre ti spiegano le addizioni…). Secondo: il problema non è il telefono. Il problema è il contesto sociale, come provano gli studi citati a sproposito in questi giorni. Cioè: se tu ti trovi in un contesto di disagio, hai pochi strumenti, i tuoi genitori non li hanno a loro volta… finisce che potresti abusare dello smartphone, usarlo male e entrare in un loop. Ma il problema, appunto, non è lo smartphone a scuola.
Storia di una domanda che sembra di stretta attualità oggi, ma che in realtà ci si pone da anni e che da anni ha la stessa risposta.
Gli “accordi di pace” che si spartiscono il Medio Oriente hanno radici lontane, come l’accordo di Sykes – Picot, del 1916, che conteneva già tutto quello che sarebbe successo nei 110 anni successivi.
Fu uno dei primi, su mandato dell’ONU, a cercare una mediazione di pace tra Israele e Palestina. Fu ucciso in un agguato a Gerusalemme nel 1948.
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