
Storia di una domanda che sembra di stretta attualità oggi, ma che in realtà ci si pone da anni e che da anni ha la stessa risposta.
Durante e dopo la giornata di sciopero di lunedì 22 settembre, quando in tutta Italia decine di migliaia di persone hanno riempito le strade di oltre 80 città d’Italia per manifestare solidarietà al popolo palestinese e chiedere la fine del genocidio a Gaza, i più importanti media italiani hanno deciso di raccontare una storia che non rappresentava per niente quello che era accaduto nelle strade e nelle piazze del Paese.
La stessa cosa hanno fatto le personalità politiche, soprattutto quelle del governo, ma non solo, che con le loro dichiarazioni hanno provato a far credere che in strada ci fossero dei pericolosi terroristi, quando in realtà, come scrive bene Caterina Orsenigo su Gli Stati Generali, in piazza per la prima volta c’erano veramente tutti.
Per commentare questo delirio mediatico, che ha portato giornali come Repubblica e il Corriere a pubblicare articoli improponibili su devastazioni che non c’erano o sui disagi di chi allo sciopero non ha voluto aderire, in buona parte quindi un punto di vista da ignavi, il fumettista Roberto Recchioni su Instagram ha usato una metafora molto calzante di quello che speriamo stia iniziando ad accadere e lo ha fatto citando la teoria della letteratura.
«In narrativa esiste una cosa che si chiama “sospensione dell’incredulità”, è un patto tra chi racconta e chi ascolta. Chi ascolta accetta di credere quello che gli viene raccontato mentre, chi racconta, si impegna a mantenere una coerenza interna del racconto di fantasia.
Quando chi racconta forza la storia creando discrepanze narrative interne troppo forti, il patto si incrina e chi ascolta inizia a non credere più a quanto gli viene raccontato e tutto crolla».
La crepa si è formata, questo è abbastanza certo. Non sappiamo ancora se verrà giù il muro o se in qualche modo la struttura terrà.
Puoi leggere l’intero post di Roberto Recchioni qui. E poi, se hai voglia, inizia a pensare a come migliorare la tua alimentazione mediatica e smettere di dare click e attenzione a chi gioca con la tua credulità raccontandoti un mondo che semplicemente non esiste.
Storia di una domanda che sembra di stretta attualità oggi, ma che in realtà ci si pone da anni e che da anni ha la stessa risposta.
Gli “accordi di pace” che si spartiscono il Medio Oriente hanno radici lontane, come l’accordo di Sykes – Picot, del 1916, che conteneva già tutto quello che sarebbe successo nei 110 anni successivi.
Fu uno dei primi, su mandato dell’ONU, a cercare una mediazione di pace tra Israele e Palestina. Fu ucciso in un agguato a Gerusalemme nel 1948.
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