
«La sopravvivenza dell’umanità dipende dalla capacità dell’uomo di risolvere i problemi dell’ingiustizia razziale, della povertà e della guerra»
Le Forze armate del Mali (FaMa) decapitano e mutilano i miliziani islamisti che riescono ad arrestare.
Circolano su alcuni gruppi Telegram legati al ai mercenari russi del Wagner alcune fotografie e video che mostrano l’eccidio compiuto dalle Forze armate del Mali a Mourdiah, regione di Koulikoro, sulle rive del fiume Niger, a 59 chilometri da Bamako, nel sud del Mali. La propaganda dell’esercito maliano il 28 maggio ha reso nota la notizia di un attacco respinto dalle FaMa il giorno prima: i miliziani del gruppo islamista Nusrat al-Islam wal-Muslimin (il Gruppo di sostegno all’Islam e ai musulmani, legato ad al-Qaeda) hanno attaccato un avamposto militare a Mourdiah, cittadina precedentemente roccaforte dei jihadisti ma tornata sotto il controllo dell’esercito.
Ho potuto verificare i contenuti pubblicati qui e sono certi della loro autenticità. Alcune immagini hanno rievocato nella mia mente quelle, altrettanto terribili, girate dalla propaganda dello Stato Islamico in Siria durante il momento di massima espansione.
Durante l’attacco, il 27 maggio 2024, le FaMa sostengono di avere ucciso (“neutralizzato” è il termine militare) 30 miliziani e molte armi sono state sequestrate. Le foto e i video circolanti su Telegram tuttavia mostrano il trattamento riservato ai jihadisti, i cui corpi senza vita sono ammassati a terra, spesso denudati e mutilati di mani, piedi e genitali. Molti corpi sono stati decapitati e le teste posizionate sopra lo stomaco.
Non è chiaro chi sia stato a commettere le violenze, se le Forze armate maliane o i loro ausiliari russi del gruppo Wagner, sui cui canali Telegram sono state diffuse le immagini. Nei commenti, gli utenti discutono sulla paternità dell’eccidio e sulla correttezza o meno di comportarsi “come animali” in questo genere di situazioni.
Ma come sono arrivati i mercenari russi in Mali? Lo racconto nel terzo capitolo di Russiafrique.
«La sopravvivenza dell’umanità dipende dalla capacità dell’uomo di risolvere i problemi dell’ingiustizia razziale, della povertà e della guerra»
Storia di una domanda che sembra di stretta attualità oggi, ma che in realtà ci si pone da anni e che da anni ha la stessa risposta.
Gli “accordi di pace” che si spartiscono il Medio Oriente hanno radici lontane, come l’accordo di Sykes – Picot, del 1916, che conteneva già tutto quello che sarebbe successo nei 110 anni successivi.
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