
«La sopravvivenza dell’umanità dipende dalla capacità dell’uomo di risolvere i problemi dell’ingiustizia razziale, della povertà e della guerra»
Durante un’esposizione a Miami, l’Art Wynwood, una donna ha inavvertitamente urtato (ma riguardo ciò le testimonianze divergono) una scultura di Jeff Koons, facendola cadere dal suo alloggiamento e mandandola in frantumi. L’opera risaliva al 2021, era fatta di porcellana e faceva parte della serie balloon dogs: sculture create in modo da somigliare a dei palloncini intrecciati a formare dei cagnolini, appunto.
Valeva circa 42.000 dollari, per quanto ne esistano circa 800 edizioni, e pare che diversi collezionisti si siano già offerti di acquistare i cocci.
Se avete letto la notizia sui social e vi siete soffermati a leggere i commenti, vi sarà probabilmente capitato di incrociarne diversi di questo tenore:
Non è la prima volta, non sarà l’ultima. Soprattutto per quanto riguarda l’arte contemporanea c’è sempre chi vi si scaglia sostenendo come quella non sia arte.
Cos’è l’arte? E chi decide cos’è arte? Un bel documentario di Aperture si propone di spiegarlo in maniera semplice, mentre un TED Talk di Harley Levitt affronta la questione immediatamente successiva: chi decide come interpretare le opere d’arte?
«La sopravvivenza dell’umanità dipende dalla capacità dell’uomo di risolvere i problemi dell’ingiustizia razziale, della povertà e della guerra»
Storia di una domanda che sembra di stretta attualità oggi, ma che in realtà ci si pone da anni e che da anni ha la stessa risposta.
Gli “accordi di pace” che si spartiscono il Medio Oriente hanno radici lontane, come l’accordo di Sykes – Picot, del 1916, che conteneva già tutto quello che sarebbe successo nei 110 anni successivi.
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